Pietro Pulizzi

È una storia di famiglie quella che racconta il vino: enologia e genealogia. Anche le radici di questa azienda hanno trovato la loro originaria piantagione negli ascendenti di coloro che ne stanno oggi determinando il rinascimento. Erano gli anni Trenta del Novecento quando due giovani coniugi, Vito Giacalone e Giuseppa (Pinuzza) Genna, mettono su casa insieme nella contrada marsalese di Tabaccaro. Come tutta l’altra brava gente di campagna dell’epoca, vi costruiscono accanto il tipico malasèno col tetto a spiovente sorretto da travi in legno e la copertura in tegole di terracotta che qui chiamiamo ciaramire. E’ proprio questa la prima cantina di famiglia. Possedevano circa 7 ettari di terreno nelle antiche contrade di Bordino, Marcanza, Portelli, Favorotta, Bufalata, Spagnola. E vi coltivavano agrumi e ulivi, ma soprattutto vigne: dalle cui uve a bacca bianca delle cultivar Grillo, Inzolia e Catarratto si otteneva il vino base per la produzione del Marsala. Nella Sicilia di quegli anni, questo territorio vantava già una grande tradizione vitivinicola. Ed era la vendemmia il periodo più importante e gioioso dell’anno: una lunga stagione di festa – dal tardo agosto fino ai primi di ottobre – vissuto con gioia e quasi più sacralità delle feste liturgiche. Partivano all’alba, proprietari e ciurme di braccianti, con i carretti trainati dai muli. E trascorrevano settimane intere al feudo, nei bagli o nei casotti disseminati fra i vigneti dell’entroterra marsalese. Scomparso prematuramente Vito nel 1942, Pinuzza rimane sola con la piccola figlia Maria. Ma anziché arrendersi all’inedia della vedovanza, sfodera tutto il suo carattere forte e con inaspettata intraprendenza si fa carico dell’azienda, addirittura ampliandone la superficie, acquistando nuovi terreni, ingaggiando manodopera e portando avanti anche la trasformazione e vinificazione dell’uva: e ciò per oltre un decennio. Pietro e Maria trasmettono ai loro figli Giuseppina, Linda e Francesco la passione per la terra. E negli anni Novanta, il più giovane dei tre, Ciccio, agro-enologo, assume le redini dell’azienda, dedicandosi in particolare a convertire le coltivazioni ad alberello in nuovi impianti a controspalliera e a rivitalizzare alcune grape varieties aventi interesse storico-territoriale. Nelle due entità agrarie – una nella fascia costiera del marsalese e l’altra nell’entroterra trapanese oggi Misiliscemi – gli innesti seguono la vocazionalità pedoclimatica: ripristinato il Grillo con i suoi cloni contemporanei nelle pianure mineralizzate antistanti la laguna moziese, le colline dell’hinterland vedono coabitare il Grillo classico con vitigni di pregio a bacca rossa come il Syrah e recentissimamente con una autentica “reliquia” chiamata Vitrarolo. La quarta generazione vede oggi l’azienda affidarsi alle mani e all’animus del giovane enologo Pietro: che decide, insieme al padre Ciccio, di esclusivizzare il metodo biologico per tutte le coltivazioni nei 18 ettari della famiglia (di cui circa 15 a vigneto, 2 di un antico oliveto e un piccolo agrumeto storico). Ed è con vera commozione che proprio Pietro Pulizzi – nipote omonimo del pater familias ed erede del medesimo DNA enoico, il nome come un presagio – dopo quasi un secolo dalla fondazione e facendo tesoro degli insegnamenti genealogici, dopo alcuni esperimenti amatoriali, nel 2022

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Ti aspetta il 10% di sconto sul tuo prossimo acquisto

*Non cumulabile con altre offerte o sconti. Il codice sconto deve essere inserito durante il processo d'acquisto. Non è possibile applicare lo sconto dopo aver effettuato l'ordine.
Valido una sola volta per cliente ed ordine.
Inserendo l'email dichiaro di avere preso visione dell'informativa privacy e di acconsentire al trattamento dei dati personali per finalità di marketing da parte di Novamed srl.

Prodotto aggiunto alla lista dei desideri